Lontano dalla sua storia e dalle sue grandezze passate, paestum è un luogo dualistico, lento e noioso. La strada è dritta e asfaltata, da un lato ci sono piccole costruzioni su due piani, con al piano terra negozi che invadono l’ampio passaggio, dall’altro dietro un recinto di inferriate si ergono testimonianze storiche. È sera, i templi sono illuminati da una luce gialla molto calda, che sottolinea tutte le modanature del caso. Lo sfondo è nero, buio pesto. Ma la strada dove si cammina è trafficata e rumorosa, la gente passeggia e parla, le botteghe di souvenir sono un via vai continuo di gente, il moto generale non è ordinato, ma costante e ininterrotto. È questo il primo dualismo che compone questo luogo. All’interno di un antico recinto murario in pietra, è condensata la vita mondana del posto e la sua storia, una viva, rumorosa e caotica, l’altra statica, frammentata e solenne. In questo paesaggio ad un paio di kilometri di distanza c’è la casa dei miei nonni. affaccia su una s