DARIO COSTI
ARCHITETTURA COME LUOGO DI VITA dialogo sulla città
“L’architettura non è solo un bell’oggetto costruito che
sempre accogliamo con piacere, naturalmente, ma la presenza di una cultura
diffusa, plurale e conflittuale, ma definita e descrivibile dalla
trasformazione della città. Del trasformarsi costantemente della città per l’azione
di chi la abita e abitandola la costruisce”
Il dialogo tratta della tematica della città, partendo dalla
definizione Treccani della parola e analizzandone le parti. Si parla di un
ripensamento del centro storico, da non considerarsi come un’entità austera da
salvaguardare dallo sviluppo socio economico che governa oggi i flussi sociali
e cittadini, ma appunto che sia un centro storico aperto e perforabile da
queste politiche. Se si pensa ad una città dei quindici minuti o a nuove
politiche urbanistiche che tentano di configurare le metropoli che oggi
abitiamo, sono concetti fortemente legati all’abilità dei centri storici. La questione
quindi affronta il tema del centro storico come una sorta di “nuova periferia”
che ha perso il suo valore di abitabilità a cause di politiche e economiche che
hanno reso ancora più fragile la vivibilità del cuore cittadino. Viene quindi
spontaneo ripensare alla vivibilità delle città a partire dalla loro “origine”,
il punto 0,0, ovvero il centro storico. Il ragionamento deve basarsi non tanto
sulle questioni politiche e governative della città quanto su una cultura
diffusa. Se si pensa al centro storico è inevitabile associarlo al patrimonio
culturale, ad una componente di eccellenza che necessita di essere conservata. Tuttavia
questo ripensamento deve essere fatto seguendo l’azione sociale, economica e
politica, avendo come obiettivo la cura complessiva della città come bene
comune.
Come citato nel testo la città si trasforma per l’azione di
chi la abita.
Un altro aspetto che viene affrontato è quello della scala. Ormai
la città si “trasforma” ad una scala di dettaglio, individuale, senza avere una
visione complessiva e comunitaria delle sue modifiche.
A cura di Antonio De Riggi, Enrica Donati
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